AVANGUARDIE
Vengono definite “avanguardie”, con una metafora tratta dal linguaggio militare e politico, le ricerche e i gruppi artistici che propongono una radicale innovazione rispetto ad una tradizione artistica considerata ormai sorpassata. Il 1900 è stato il secolo dei movimenti artistici di avanguardia e i primi, detti “Avanguardie storiche”, costituirono il modello al quale si ispirarono gli artisti di tutto il secolo. Questi ultimi si svilupparono tra il 1905 e il 1918, nel cosiddetto periodo della Belle Epoque.
Vengono definite “avanguardie”, con una metafora tratta dal linguaggio militare e politico, le ricerche e i gruppi artistici che propongono una radicale innovazione rispetto ad una tradizione artistica considerata ormai sorpassata. Il 1900 è stato il secolo dei movimenti artistici di avanguardia e i primi, detti “Avanguardie storiche”, costituirono il modello al quale si ispirarono gli artisti di tutto il secolo. Questi ultimi si svilupparono tra il 1905 e il 1918, nel cosiddetto periodo della Belle Epoque.
Pablo Picasso, all'inzio della sua produzione artistica, era un pittore postimpressionista. In seguito, le sue figure cominciarono a presentare contorni piu accentuati e spezzati, forme geometriche dai colori contrastanti. L'obiettivo del cubismo era quello di rappresentare, attraverso immagini frammentarie e scomposte, un soggetto colto da tutte le angolazioni possibili.
Piet Mondrian, “Natura morta con vaso di zenzero I” (1911) Guggenheim Museum, New York.
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Piet Mondrian, “Natura morta con vaso di zenzero II” (1911) Guggenheim Museum, New York.
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A partire dal 1910, Mondrian cominciò ad elaborare rigorose composizioni caratterizzate da forme astratte. Il punto di partenza era un dato della realtà che poi veniva trasformato e ridotto nelle proprie linee essenziali, fornendo una rappresentazione asciutta della realtà. Le forme diventano dunque lineari e la gamma cromatica è molto ridotta. Mentre nel primo quadro le forme sono ben riconoscibili, nei due quadri seguenti le figure diventano sempre più astratte fino a diventare una struttura geometrica difficilmente ricollegabile ad oggetti reali.
William-Adolphe Bouguereau "L'amore vola via" (1901) Frye Art Museum. Olio su tela. Parallelamente all'arte di avanguardia che continuava ad apassionare solo una elite intellettuale, continuarono ad essere prodotte opere più tipicamente tradizionali come questo dipinto di Bouguereau dai tratti mitici e allegorici.
NEOIMPRESSIONISMO E POINTILISME
Il termine “neoimpressionismo” fu usato per la prima vota da Fèlix Fenèon sulla rivista “L’Art Modern”, pubblicata a Bruxelles nel 1886, per definire la nuova versione della pittura impressionista lanciata da Seurat. Il pittore era solito potenziare e portare all’estremo l’impostazione positivista e scientifica applicando le regole ottiche della divisione di colori assoluti e dell’irraggiamento.
Il termine “neoimpressionismo” fu usato per la prima vota da Fèlix Fenèon sulla rivista “L’Art Modern”, pubblicata a Bruxelles nel 1886, per definire la nuova versione della pittura impressionista lanciata da Seurat. Il pittore era solito potenziare e portare all’estremo l’impostazione positivista e scientifica applicando le regole ottiche della divisione di colori assoluti e dell’irraggiamento.
ESOTISMO E PRIMITIVISMO
Anche il Romanticismo si era interessato alle atmosfere esotiche, ma solo per cercare evasione, infatti all’epoca l’arte non europea non era apprezzata venendo screditata e considerata non evoluta. Ma con il sentimento di insofferenza nei confronti della tradizione figurativa post-rinascimentale che si stava diffondendo sempre più, queste espressioni artistiche vennero improvvisamente rivalutate e diventarono oggetto d’ammirazione ed ispirazione.
Anche il Romanticismo si era interessato alle atmosfere esotiche, ma solo per cercare evasione, infatti all’epoca l’arte non europea non era apprezzata venendo screditata e considerata non evoluta. Ma con il sentimento di insofferenza nei confronti della tradizione figurativa post-rinascimentale che si stava diffondendo sempre più, queste espressioni artistiche vennero improvvisamente rivalutate e diventarono oggetto d’ammirazione ed ispirazione.
POST-IMPRESSIONISMO
Il Post-impressionismo è un fenomeno che si sviluppò in Francia, quando ormai Parigi era diventata il centro artistico europeo più influente e produttivo. Il termine fu coniato da Roger Fry nel 1910, in occasione della mostra “Monet and the post-impressionists” che documentava la reazione dell’Impressionismo e le crisi che si erano susseguite al suo interno. In seguito il termine si estese a comprendere gran parte delle espressioni artistiche in Francia ed Europa. Perciò non era un vero e proprio movimento artistico, ma è semplicemente il nome che venne attribuito a tutti gli artisti e alle scuole che desideravano superare il realismo impressionista che puntava all’apparenza immediata delle cose per seguire le orme del Simbolismo e rappresentare una realtà diversa da quella naturale. L’arte non era più il frutto della percezione, ma il prodotto di una operazione mentale.
Il Post-impressionismo è un fenomeno che si sviluppò in Francia, quando ormai Parigi era diventata il centro artistico europeo più influente e produttivo. Il termine fu coniato da Roger Fry nel 1910, in occasione della mostra “Monet and the post-impressionists” che documentava la reazione dell’Impressionismo e le crisi che si erano susseguite al suo interno. In seguito il termine si estese a comprendere gran parte delle espressioni artistiche in Francia ed Europa. Perciò non era un vero e proprio movimento artistico, ma è semplicemente il nome che venne attribuito a tutti gli artisti e alle scuole che desideravano superare il realismo impressionista che puntava all’apparenza immediata delle cose per seguire le orme del Simbolismo e rappresentare una realtà diversa da quella naturale. L’arte non era più il frutto della percezione, ma il prodotto di una operazione mentale.
Paul Gauguin “Aha oe feii?” (1892) Museo Puskin, Mosca. Olio su tela.
L’opera appartiene al periodo polinesiano dell’artista e il titolo significa “Come! Sei gelosa?” alludendo al muto colloquio tra le due sensuali sorelle distese sulla sabbia rosa della spiaggia, intente a parlare dei propri progetti d’amore. La scena, realmente accaduta, è immortalata dall’osservatore esterno, Gauguin, che vede senza essere visto. I corpi delle giovani donne sono trattati sinteticamente, mentre la natura è dipinta in modo antinaturalistico. Infatti ritroviamo sullo sfondo le tipiche macchie di colore usate da Gauguin, le quali creano contrasti suggestivi ponendo a contatto viola, rosa, arancio, ocra e nero.
SIMBOLISMO
Il Simbolismo è una corrente artistica che si sviluppò in Europa tra il 1870 e il 1915 circa. L’obiettivo principale del Simbolismo era quello di rappresentare un concetto astratto, l’Idea, celandola dietro la rappresentazione di oggetti che potevano anche appartenere al mondo reale. Come sostiene Odilon Redon in un suo scritto nell’arte simbolista non c’è “niente da vedere, niente da capire, niente da imitare e niente da precisare”. Infatti spesso lo spettatore di un’opera simbolista non capisce il significato nascosto dai simboli e dai segni contenuti nel quadro, oppure dà una propria interpretazione che non corrisponde necessariamente a ciò che l’artista voleva in realtà esprimere. Un quadro simbolista deve infatti ispirare, non definire. Secondo Aurier, la nuova arte doveva essere ideista (il concetto è espresso tramite l’Idea), simbolista (l’Idea è rappresentata attraverso le forme), sintetica (le forme devono essere comprensibili), soggettiva (non rappresenta il reale, ma ciò che l’artista prova e sente) e infine decorativa (riassume tutte queste caratteristiche ed è dunque ideista, simbolista, sintetica e soggettiva). Il Simbolismo rappresentava scene riprese dalla tradizione artistica bizantina, medievale e preistorica, soggetti onirici e allegorici, personaggi mitologici e biblici, come le Sfingi e la Salomè di Moreau. Inoltre il Simbolismo si basava sulla interiorità e sulla soggettività di ciascun artista.
Il Simbolismo è una corrente artistica che si sviluppò in Europa tra il 1870 e il 1915 circa. L’obiettivo principale del Simbolismo era quello di rappresentare un concetto astratto, l’Idea, celandola dietro la rappresentazione di oggetti che potevano anche appartenere al mondo reale. Come sostiene Odilon Redon in un suo scritto nell’arte simbolista non c’è “niente da vedere, niente da capire, niente da imitare e niente da precisare”. Infatti spesso lo spettatore di un’opera simbolista non capisce il significato nascosto dai simboli e dai segni contenuti nel quadro, oppure dà una propria interpretazione che non corrisponde necessariamente a ciò che l’artista voleva in realtà esprimere. Un quadro simbolista deve infatti ispirare, non definire. Secondo Aurier, la nuova arte doveva essere ideista (il concetto è espresso tramite l’Idea), simbolista (l’Idea è rappresentata attraverso le forme), sintetica (le forme devono essere comprensibili), soggettiva (non rappresenta il reale, ma ciò che l’artista prova e sente) e infine decorativa (riassume tutte queste caratteristiche ed è dunque ideista, simbolista, sintetica e soggettiva). Il Simbolismo rappresentava scene riprese dalla tradizione artistica bizantina, medievale e preistorica, soggetti onirici e allegorici, personaggi mitologici e biblici, come le Sfingi e la Salomè di Moreau. Inoltre il Simbolismo si basava sulla interiorità e sulla soggettività di ciascun artista.
Odilon Redon "L'armatura" (1891) Carboncino. Questo ritratto è eseguito ispirandosi chiaramente a Goya, il quale era solito esprimere i concetti attraverso la deformazione del soggetto rappresentato come si può notare nei sui "Capricci". Guardando quest'opera ci viene da chiederci "L'amatura difende la donna rappresentata da minacce esterne oppure è una corazza che si è costruita per mantenere gli altri a distanza?"
IMPRESSIONISMO
Il termine “Ecole impresioniste” venne usato per la prima volta da Louis Leroy nel 1874 e fu accettato a partire dal 1877, rimanendo in uso fino all’ultima mostra della “Societè anonyme des peintres, des sculpteurs et des graveus” che si svolse nel 1886 a Parigi. L’obiettivo degli impressionisti era quello di registrare l’impatto visivo immediato delle forme, dei colori e della luce senza rielaborazioni ed interpretazioni da parte degli artisti. Perciò le opere degli impressionisti erano realizzate en plein air su tele di piccolo formato che venivano realizzate rapidamente e senza elaborazione grafica sfruttando una tecnica pittorica libera, sintetica e concentrata sui valori della luce e del colore piuttosto che su quelli della forma. I soggetti prediletti dell’Impressionismo erano le ambientazioni contemporanee e le scene di vita quotidiana, i paesaggi, le vedute e le nature morte.
Il termine “Ecole impresioniste” venne usato per la prima volta da Louis Leroy nel 1874 e fu accettato a partire dal 1877, rimanendo in uso fino all’ultima mostra della “Societè anonyme des peintres, des sculpteurs et des graveus” che si svolse nel 1886 a Parigi. L’obiettivo degli impressionisti era quello di registrare l’impatto visivo immediato delle forme, dei colori e della luce senza rielaborazioni ed interpretazioni da parte degli artisti. Perciò le opere degli impressionisti erano realizzate en plein air su tele di piccolo formato che venivano realizzate rapidamente e senza elaborazione grafica sfruttando una tecnica pittorica libera, sintetica e concentrata sui valori della luce e del colore piuttosto che su quelli della forma. I soggetti prediletti dell’Impressionismo erano le ambientazioni contemporanee e le scene di vita quotidiana, i paesaggi, le vedute e le nature morte.
Claude Monet "Ninfee" (1920-26) Musée de l'Orangerie, Parigi. Olio su tela.
Il quadro appartiene alla lunga serie di opere realizzate da Monet negli ultimi anni della propria vita quando decise di dedicarsi alla realizzazione di un ciclo di circa 250 dipinti che rappresentavano le ninfee presenti nel giardino della sua tenuta di Giverny. Molti dei dipinti furono realizzati quando ormai l’artista aveva perso parte della vista a causa della cataratta.
REALISMO
Il Realismo ebbe inizio tra il 1848 (rivoluzione europea) e il 1851 (prima Esposizione Universale a Londra) e si concluse nel 1886, anno che segnò la fine dell’arte moderna. Questo periodo storico fu caratterizzato da un forte sentimento di innovazione e di ottimismo, grazie al progresso tecnologico e al forte processo di industrializzazione che coinvolse l’Europa verso la metà del secolo, portando a rapide trasformazioni culturali e all’affermazione delle metropoli come fulcro delle attività economiche e sociali. Il Realismo riflette, esalta e contesta questo nuovo mondo, ponendosi in una concezione critica e analitica. Secondo il Realismo, l’arte non deve rappresentare il bello, ma il reale. Perciò il dato reale deve essere trascritto in modo imparziale e obiettivo, mettendo in secondo piano la soggettività dell’artista. Inoltre solo la realtà empirica e materiale può essere realmente rappresentata e di conseguenza il soggetto privilegiato del Realismo diventa la vita contemporanea, quella che Baudelaire definisce “bellezza moderna”.
Il Realismo ebbe inizio tra il 1848 (rivoluzione europea) e il 1851 (prima Esposizione Universale a Londra) e si concluse nel 1886, anno che segnò la fine dell’arte moderna. Questo periodo storico fu caratterizzato da un forte sentimento di innovazione e di ottimismo, grazie al progresso tecnologico e al forte processo di industrializzazione che coinvolse l’Europa verso la metà del secolo, portando a rapide trasformazioni culturali e all’affermazione delle metropoli come fulcro delle attività economiche e sociali. Il Realismo riflette, esalta e contesta questo nuovo mondo, ponendosi in una concezione critica e analitica. Secondo il Realismo, l’arte non deve rappresentare il bello, ma il reale. Perciò il dato reale deve essere trascritto in modo imparziale e obiettivo, mettendo in secondo piano la soggettività dell’artista. Inoltre solo la realtà empirica e materiale può essere realmente rappresentata e di conseguenza il soggetto privilegiato del Realismo diventa la vita contemporanea, quella che Baudelaire definisce “bellezza moderna”.
Henri Fantin-Latour "Studio a Batignolles" (1870) Musée d'Orsay, Parigi. Olio su tela.
Batignolles era la zona in cui vivevano Manet e gran parte dei futuri impressionisti. Nel dipinto, Fantin-Latour raduna intorno a Manet giovani artisti dalle idee innovatrici: da sinistra a destra, sono riconoscibili Otto Schölderer, pittore tedesco trasferitosi in Francia per conoscere i seguaci di Courbet; Manet, seduto di fronte al suo cavalletto; Auguste Renoir che indossa un cappello; Zacharie Astruc, scultore e giornalista; Emile Zola, portavoce di questo rinnovamento pittorico; Edmond Maître, funzionario del Comune; Frédéric Bazille che sarà ucciso qualche mese dopo, ad appena ventisei anni, durante la guerra del 1870; ed infine Claude Monet.
Edouard Manet "Olympia" (1863) Musée d'Orsay, Parigi. Olio su tela.
Un quadro di questo genere risultava urtante perché mostrava una realtà che la mentalità dell’epoca non voleva accettare. Il quadro era colto come un insulto all’arte moderna, ma in realtà fu uno dei dipinti che ne segnarono la nascita. A differenza della dea rappresentata ne “La nascita di Venere” di Cabanel, Olympia è una donna reale, in carne ed ossa. La pelle della giovane prostituta è in netto contrasto con la pelle scura della donna di colore che le porge un mazzo di fiori ricevuto probabilmente da un corteggiatore. L’opera richiama la composizione di dipinti come “La Venere di Urbino” di Tiziano e “La Maja desnuda” di Goya.
Alexandre Cabanel "Nascita di Venere" (1863), Musée d'Orsay, Parigi. Olio su tela. Émile Zola disse di questo dipinto: «La dea annegata in un fiume di latte ha l'aria di una deliziosa lorette, nemmeno in carne e ossa – sarebbe indecente – ma in una sorta di pasta di mandorle bianca e rosa. C'è gente che trova quest'adorabile bambola ben disegnata, ben modellata, e la dichiara figlia o almeno bastarda della Venere di Milo: ecco il giudizio delle persone gravi. C'è gente che si meraviglia del sorriso della bambola, delle sue membra delicate, della sua posa voluttuosa: ecco il giudizio delle persone leggere. E tutto va per il meglio nel migliore dei quadri possibili».
Honorè Daumier "Il vagone di terza classe" (1862) National Gallery of Canada, Ottawa.
Nell’opera, Daumier denuncia le condizioni sociali delle classi più povere, infatti i personaggi del quadro sono rappresentati con lo sguardo perso nel vuoto, rassegnati alla propria condizione. I borghesi posti alle spalle delle figure in primo piano sono in netto contrasto con le donne e i bambini e rappresentano il divario tra deboli e potenti. I tratti del viso e le espressioni dei personaggi sono messi in evidenza da Daumier che, essendo un caricaturista, tendeva ad enfatizzare i tratti caratteristici dei volti dei soggetti che rappresentava.
PRERAFFAELLITI
John Everett Millais "Ophelia" (1851-1852) Tate Gallery, London. Olio su tela.
Millais è l’esponente più conosciuto della Confraternita dei Preraffaelliti, la quale era composta da giovani aristocratici di Chelsea che si definivano preraffaelliti perché si ispiravano all’arte precedente a Raffaello Sanzio, ritenuto colpevole di aver permesso lo sviluppo dello stile accademico tanto odiato dai preraffaelliti.
I preraffaelliti volevano rappresentare un passato nostalgico e immaginario trattando tematiche bibliche, mitologiche, fiabesche e letterarie, come appunto “Amleto” di Shakespeare, opera dalla quale è tratto il personaggio di Ofelia. La modella del ritratto è Elizabeth Sedal, moglie di Millais e amante di Dante Gabriel Rossetti, il fondatore della Confraternita.
ROMANTICISMO
Il Romanticismo è un complesso movimento artistico, letterario, politico, filosofico e culturale che si diffuse in Europa tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento e che assunse caratteri molto diversi in relazione ai vari contesti nazionali all’interno dei quali si sviluppò. I caratteri innovativi introdotti dal Romanticismo furono la tendenza all’individualismo, la scoperta dell’identità nazionale sostenuta da un forte patriottismo, la rinascita del sentimento religioso, la nuova concezione della storia, l’idealizzazione del mondo medievale e l’esaltazione della libertà individuale. Secondo i romantici, l’arte non scaturiva né dalla ragione né da conoscenze tecniche, ma era generata da qualcosa di indefinibile: il genio. Perciò l’artista romantico non puntava all’imitazione di un modello, ma si mostrava insofferente nei confronti delle convenzioni e degli schemi precostituiti, manifestando il proprio genio attraverso la propria eccezionalità. Come sostiene Kant: “Ciascuno ammette che il genio è proprio l’opposto dello spirito di imitazione”.
Il Romanticismo è un complesso movimento artistico, letterario, politico, filosofico e culturale che si diffuse in Europa tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento e che assunse caratteri molto diversi in relazione ai vari contesti nazionali all’interno dei quali si sviluppò. I caratteri innovativi introdotti dal Romanticismo furono la tendenza all’individualismo, la scoperta dell’identità nazionale sostenuta da un forte patriottismo, la rinascita del sentimento religioso, la nuova concezione della storia, l’idealizzazione del mondo medievale e l’esaltazione della libertà individuale. Secondo i romantici, l’arte non scaturiva né dalla ragione né da conoscenze tecniche, ma era generata da qualcosa di indefinibile: il genio. Perciò l’artista romantico non puntava all’imitazione di un modello, ma si mostrava insofferente nei confronti delle convenzioni e degli schemi precostituiti, manifestando il proprio genio attraverso la propria eccezionalità. Come sostiene Kant: “Ciascuno ammette che il genio è proprio l’opposto dello spirito di imitazione”.
Francesco Hayez "Il bacio" (1859) Pinacoteca di Brera, Milano. Olio su tela.
Il bacio rappresentato è chiaramente un bacio di addio: l’uomo , vestito come se stesse per partire, ha il piede appoggiato sul gradino alle spalle della sua amata, dettaglio che suggerisce allo spettatore l’imminente partenza. Anche se l’ambientazione è medievale, in realtà il dipinto rappresenta la partenza di un volontario per il fronte. Questo bacio riassume le principali caratteristiche del romanticismo italiano, ovvero l’attenzione verso la naturalezza e verso il sentimento puro.
William Turner "L'Incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni" (1835) Cleveland Museum of Art, Cleveland, USA. Olio su tela.
Questo dipinto ritrae l’incendio che distrusse il parlamento di Londra tra il 16 e il 17 ottobre 1834. Il protagonista del dipinto è sicuramente la natura distruttrice e questo quadro è dunque una rappresentazione del sublime e della potenza della natura. I paesaggi di Turner non rappresentano scene quotidiane, ma scene impossibili da vedere realmente e dipinte da posizioni insolite. Infatti nel dipinto il Parlamento è rappresentato dall’alto, ma è impossibile che Turner lo avesse realmente visto da quell’altezza.
John Constable "Il cenotafio" (1836) National Gallery, London. Olio su tela.
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John Constable "Clouds study"
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John Constable "La baia di Weymouth" (1816)
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Caspar David Friedrich "Il viandante sul mare di nebbia" (1818) Hamburger Kunsthalle, Amburgo. Olio su tela.
Nel dipinto è rappresentato un uomo di schiena posto sull’orlo di un precipizio nell’atto di contemplare il panorama coperto da un mare di nebbia. L’opera è chiaramente romantica infatti il viandante è l’emblema del romanticismo, essendo un personaggio irrequieto e tormentato dall’eterna ricerca dell’infinito, rappresentato nel dipinto dal panorama in lontananza.
Eugene Delacroix "La Libertà che guida il popolo" (1830) Musée du Louvre, Parigi. Olio su tela.
Il dipinto rappresenta la lotta per la libertà delle varie classi sociali, unite sotto la guida di una figura femminile che rappresenta la Libertà. La donna indossa il berretto frigio, simbolo di libertà, e stringe in una mano un fucile e nell’altra la bandiera della Francia. Il quadro segue lo schema de “La zattera della Medusa” di Gericault. I colori scuri resi luminosi dai toni squillanti della bandiera, l’impostazione della luce e il tema del quadro, lo pongono a metà strada tra romanticismo e neoclassicismo, tra reale ed immaginario. La figura del bambino posto alla sinistra della Libertà ispirò Victor Hugo nella creazione del personaggio di Gavroche nella sua opera "I Miserabili".
Theodore Gericault "Monomania del gioco" (1822) Musèe du Louvre, Parigi. Olio su tela.
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Theodore Gericault "Monomania del comando militare" (1822) Sammlung Oskar Reinhart, Winterthur. Olio su tela.
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Theodore Gericault "Monomania dell'invidia" (1822) Musèe des Beaux-Arts, Lione. Olio su tela.
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Theodore Gericault "La zattera della Medusa" (1818-1819) Musée du Lovre, Parigi. Olio su tela.
L’opera rappresenta i superstiti del naufragio della fregata francese Méduse che si incagliò sul fondale sabbioso della costa della Mauritania nel luglio del 1816. I 250 passeggeri si salvarono sulle scialuppe, mentre i 147 uomini dell’equipaggio furono imbracati su una zattera di fortuna che per i primi chilometri fu trainata dalle scialuppe. Quando si ruppe la fune che la univa alle scialuppe, la zattera fu abbandonata al proprio destino e riuscirono a sopravvivere solo 13 persone.
Gericault scelse di rappresentare il momento in cui i superstiti, dopo tredici giorni alla deriva, scorsero all’orizzonte la nave Argus che li portò in salvo.
Jean-Auguste-Dominique Ingres
“La grande odalisca” (1814) Musée du Louvre, Parigi. Olio su tela.
Ingres segnò il punto di passaggio tra la perfezione stilistica di stampo neoclassico e i toni e le tematiche romantiche. La fama dell’artista è legata principalmente alla sua eccezionale abilità di disegnatore che è possibile notare in ogni suo dipinto.
L’odalisca rappresentata segue alla perfezione i canoni neoclassici, come la precisione della forma, ma riprende anche alcuni caratteri del manierismo, infatti le anche sono sproporzionate e il collo è troppo lungo. Si possono cogliere anche i primi segni di avvicinamento al romanticismo nella tematica esotica del quadro.
NEOCLASSICISMO
“La principale caratteristica dei capolavori greci è una nobile semplicità e una quieta grandezza” (Winkelmann)
Il Neoclassicismo, rifiutando gli eccessi del Barocco e del Rococo, guardava all’arte dell’antichità classica e soprattutto all’arte greca. Il termine “neoclassicismo” fu coniato a fine Ottocento per indicare un’arte non originale, fredda e accademica, la quale comunicava il desiderio di tornare all’antico e creare un nuovo classicismo. Questa corrente cominciò intorno al 1765-1770, subito dopo la fine del Rococo, e si concluse nel 1815 con il Congresso di Vienna. Le caratteristiche principali sono l’eleganza, l’armonia, l’uso del marmo bianco, l’assenza di erotismo e di colori, e soprattutto l’imitazione di quella che era considerata il modello di perfezione: l’arte greca. Infatti, come sostiene Winkelmann nei suoi scritto “Pensieri sull’imitazione dell’arte greca”, la Grecia era stata in grado di produrre un’arte in tutto conforme al Bello, basata sulla semplicità, sull’idealizzazione, sulla sobrietà e sull’equilibrio.
“La principale caratteristica dei capolavori greci è una nobile semplicità e una quieta grandezza” (Winkelmann)
Il Neoclassicismo, rifiutando gli eccessi del Barocco e del Rococo, guardava all’arte dell’antichità classica e soprattutto all’arte greca. Il termine “neoclassicismo” fu coniato a fine Ottocento per indicare un’arte non originale, fredda e accademica, la quale comunicava il desiderio di tornare all’antico e creare un nuovo classicismo. Questa corrente cominciò intorno al 1765-1770, subito dopo la fine del Rococo, e si concluse nel 1815 con il Congresso di Vienna. Le caratteristiche principali sono l’eleganza, l’armonia, l’uso del marmo bianco, l’assenza di erotismo e di colori, e soprattutto l’imitazione di quella che era considerata il modello di perfezione: l’arte greca. Infatti, come sostiene Winkelmann nei suoi scritto “Pensieri sull’imitazione dell’arte greca”, la Grecia era stata in grado di produrre un’arte in tutto conforme al Bello, basata sulla semplicità, sull’idealizzazione, sulla sobrietà e sull’equilibrio.
Francisco Goya "Maja e Celestina al balcone" (1808-1812) Collezione privata. Olio su tela.
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Francisco Goya "Majas al balcone" (1808-1814) Metropolitan Museum of Art, New York. Olio su tela.
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Francisco Goya "Ya van desplumandos" (1799) Acquaforte.
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Bertel Thorvaldsen
“Zeus e Ganimede” (1804)
Marmo.
L’opera rappresenta Ganimede in compagnia di un’aquila, simbolo di Zeus. Thorvaldsen per realizzare quest’opera riprese i canoni del neoclassicismo rappresentando con il marmo bianco il corpo elegante e armonioso di Ganimede, il quale è uno dei personaggi della mitologia classica.
Antonio Canova
"Amore e Psiche" (1787-1793)
Musée du Louvre, Parigi.
“Amore e Psiche” è un gruppo marmoreo che rappresenta il dio Amore nell’atto di contemplare il volto della sua amata Psiche. Canova ha immortalato nel marmo l’attimo che precede il bacio dei due amanti, seguendo alla perfezione i canoni neoclassici proposti da Winkelmann. Infatti la composizione è armonica ed elegante e, sebbene l’opera rappresenti una scena carica di tensione amorosa, non ci sono elementi erotici che provocherebbero uno sconvolgimento emotivo nello spettatore.
Jacques-Louis David
"Ritratto di Lavoisier e sua moglie" (1788)
Metropolitan Museum of Art, New York.
Olio su tela.
L’opera rappresenta lo scienziato Antoine-Laurent Lavoisier seduto nel suo studio e distratto dalla presenza di sua moglie. L’eroe borghese è vestito di nero ed è rappresentato come un uomo riservato, al contrario di sua moglie che rivolge lo sguardo ammiccante verso l’esterno del dipinto ponendosi al centro della scena con il suo ampio vestito bianco in contrasto con il drappo rosso posto sulla scrivania e l’ambiente serio in cui è solito studiare lo scienziato.
ROCOCO
Il Rococo è un movimento che si sviluppò in Francia a partire dal terzo decennio del ’700 e che diventò il gusto figurativo predominante in Europa prima che si affermasse il Neoclassicismo. L’inizio del Rococo è stata la fine del regno di Luigi XVI e l’inizio del regno di Luigi XV, il quale rese la corte francese frivola e leggera, adattandola al nuovo gusto disinvolto che si stava diffondendo, ben diverso dall’austerità del secolo precedente. Il teatro del Rococo furono le eleganti ville dei signori che ostentavano il proprio lusso e potere, infatti proprio l’aristocrazia era a capo dello stile, della moda e della società dell’epoca. Il nome “rococo” deriva da “rocaille”, termine francese usato per la prima volta nel 1739 per designare una decorazione naturalistica di grotte e giardini.
Il Rococo è un movimento che si sviluppò in Francia a partire dal terzo decennio del ’700 e che diventò il gusto figurativo predominante in Europa prima che si affermasse il Neoclassicismo. L’inizio del Rococo è stata la fine del regno di Luigi XVI e l’inizio del regno di Luigi XV, il quale rese la corte francese frivola e leggera, adattandola al nuovo gusto disinvolto che si stava diffondendo, ben diverso dall’austerità del secolo precedente. Il teatro del Rococo furono le eleganti ville dei signori che ostentavano il proprio lusso e potere, infatti proprio l’aristocrazia era a capo dello stile, della moda e della società dell’epoca. Il nome “rococo” deriva da “rocaille”, termine francese usato per la prima volta nel 1739 per designare una decorazione naturalistica di grotte e giardini.
William Hogarth
"Il contratto", opera tratta dal ciclo "Il matrimonio alla moda" (1744)
National Gallery, London.
"Il matrimonio alla moda" è un ciclo di tele che rappresenta un evento tipico dell'epoca settecentesca: il matrimonio combinato. Nell’opera “Il contratto”, la pittura incisiva di Hogarth propone una scena ricca di dettagli che rappresenta i genitori di due giovani sposi intenti a stilare un contratto di nozze, mentre i promessi sposi, seduti sullo stesso divanetto, non si degnano di uno sguardo e ciascuno è intento nelle proprie attività.
Giovanni Battista Piranesi
"Carceri" (1749-1750)
Acquaforte.
Le “Carceri d’invenzione” sono una serie di stampe realizzate con la tecnica della acquaforte che rappresentano architetture fantastiche composte da scale, macchinari e volte. Questa serie fa parte dei cosiddetti “capricci”, opere artistiche con il fine di mostrare il virtuosismo e la fantasia dell’artista. Le “Carceri” sono una sorta di delirio architettonico basato sull’uso delle prospettive fuggenti.